Le donne: ingredienti segreti della ricetta della vita

Irene Corsi - Az. Agr. Roccapesta

Eccoci tornati operativi con il nuovo articolo del nostro magazine in occasione della festa della donna. Sì, è vero, dovrebbe essere tutti i giorni la nostra festa, ma avere un giorno all’anno dedicato a noi aiuta a ricordarci quanto siamo indispensabili. 

Questo articolo nasce dalla volontà di rendere omaggio a tutte le donne, sfruttando però un punto di vista diverso. Quello di una donna la cui arte ha contribuito a rendere “grande” la Maremma. Ama definirsi SheF per sottolineare la sua sfida e la sua missione. Essere donna non sempre è facile. 


Siamo a Montemerano. Una storia di famiglia, genuina e piena di amore. Valeria Piccini conquista ben due stelle Michelin con il suo ristorante Caino. Innamorata della sua terra, reinterpreta la cucina toscana e maremmana con grande stile, elevandone gusti e sapori fino alla ricerca di eleganza ed eccellenza. Noi di Roccapesta abbiamo avuto il grande piacere di incontrarla per farle qualche domanda: 

Ciao Valeria, è un onore per noi poterti fare questa mini intervista. La tua arte culinaria ha contribuito a rendere grande la Maremma non solo in Italia, ma nel resto del mondo. Come pensi che sia stato possibile questo? 

"Sicuramente credo che tutto ciò sia stato possibile principalmente grazie al nostro stile e al nostro cibo. Prima di essere un ristorante 2 stelle Michelin, siamo una famiglia e questo venendo a mangiare da noi lo si percepisce. “Caino” viene visto come una piccola maison, una casa dove si viene accolti con sapere e professionalità, e al contempo con grande e apparente semplicità. Ciò fa sì che il cliente si senta come a casa e in tal modo possa godere a pieno il momento. La nostra fortuna deriva inoltre dal nostro cibo, un cibo sicuramente espressivo e facile da comprendere, dove la tecnica cede il posto al gusto, il tecnicismo entra in punta di piedi. E’ un cibo che conforta, e che ti rende felice, che appaga al primo boccone e che soprattutto non si dimentica. Parla di tradizioni, fa riaffiorare ricordi e trasuda amore".

Ci racconti come è nata l’idea di definirti SheF?

"Deriva da una sorta di ribellione ai pregiudizi. In un mondo come quello della cucina prevalgono chef uomini. Si è sempre stati molto scettici sulla presenza di donne. Ho voluto ribellarmi a questo pensiero di derivazione pressoché francese in cui una donna non possa indossare una giacca bianca. Sono molti gli esempi che mi hanno dato ragione, dalle francesi Darroze e Anne-Sophie Pic, alle nostre Nadia Santini e Annie Feolde passando per Clare Smith. Questo mondo oggi accoglie molto volentieri le donne che hanno saputo affermarsi al meglio e che ora occupano una posizione di spicco nel mondo della gastronomia mondiale e dell’alta gastronomia". 

Quindi, secondo te è difficile al giorno d’oggi essere una donna di successo?

"Indubbiamente è molto difficile. Bisogna dapprima combattere un pregiudizio iniziale che vede l’uomo al di sopra e la donna a volte incapace di sorreggere situazioni difficili e complesse. La storia però ci racconta e ci spiega che ciò è solo un brutto retaggio del passato. In cucina è stato molto difficile poter affermarmi essendo un mondo fino a pochi anni addietro completamente dominato da chef uomini. Le cose ora sono cambiate. In molte cucine, e soprattutto molti grandi chef uomini ricercano un gesto femmineo una sensibilità innata propria nell’esser donna, che già dal momento in cui allatta il proprio figlio fa da mangiare alla sua creatura. Insomma, è stato difficile ma oggi le donne hanno ormai dilagato divenendo molte volte leader indiscusse nel loro settore".

A questo punto, che consiglio vorresti dare alle donne che, come te, hanno una passione e un sogno che vorrebbero far diventare realtà?

"Un consiglio che mi sento di dare alle giovani donne che intendono intraprendere questa strada è sicuramente quello di non abbattersi mai. È molto difficile partire in un modo come questo, ancor più se si è donna, perché a parer di molti si parte con alcuni svantaggi principalmente negli aspetti del fisico e della sensibilità. Quello della cucina è un ambiente molto duro in cui molte donne crollano, in cui il nostro rispetto viene messo a dura prova. Nel mio cammino mi è capitato di trovare delle ragazze fantastiche al pari di qualunque altro chef uomo, quindi sono assai fiduciosa e mi auguro che di donne nelle cucine ce ne siano sempre di più".

Per concludere, non potremmo non domandarti qual è il piatto che descrive al meglio "l'essere donna"?

"Un piatto che ben racconta cosa vuol dire essere donna credo sia la lasagna, un piatto portabandiera della nostra cultura culinaria, ma che al suo interno ha dei racconti, e forse meglio di qualunque altro piatto chiarisce cosa vuol dire esser donna, esser madre e conseguentemente cucinare con amore.

La lasagna ha in sé molti aspetti materni e amorevoli tipici delle nostre amate donne in cucina, è un piatto gratinato e quando vi è la crosta goduriosa è una sfida continua per poter accaparrarsene un pezzo, vi è un elemento all’interno filante che rimane sempre un aspetto gioviale e simpatico e che fa festa. Questo piatto della nostra tradizione per esistere nella sua vera essenza ha “bisogno della donna”, poiché la nostra cucina si basa su tradizioni matriarcali. Il ripieno deve essere abbondante, non può esserci parsimonia nel farcirla: ne va della riuscita del piatto stesso. Questo piatto parla d’amore e necessita di amore per la sua fattura e chi meglio di una madre, di una moglie può preparare del cibo che parli d’amore? È curioso anche pensare che il ripieno varia a seconda del territorio in cui viene preparata e ben si adatta ai gusti familiari, quindi è un piatto di famiglia, che racconta la propria tradizione e unisce tutti attorno ad un tavolo, la donna in questo caso diviene l’ingrediente segreto della ricetta".

Grazie Valeria, penso che hai concluso nel migliore dei modi possibili. "Le donne sono l'ingrediente segreto della ricetta".


Il Calestaia – L’eleganza femminile nel vino

Se la lasagna è il piatto che richiama “l’arte di essere donna”, per noi è il Calestaia ad essere ambasciatore dell’eleganza femminile. Ricercatezza, estrema cura e lungo affinamento rendono il nostro Morellino di Scansano D.O.C.G. Riserva un inno alla femminilità. D’altronde se è vero che la donna è unica, il Calestaia lo è per le sue uve che provengono unicamente dalla vigna vecchia. È il nostro Cru con cui brindare alla bellezza dell’eleganza femminile! Cin Cin a tutte le donne!


Citazione più o meno famosa

“Sin las mujeres, la vida es pura prosa” 

Rubén Darìo 

In altre parole... 

Cari lettori, lo scopo di questo articolo era quello mettere in luce la donna da un punto di vista diverso, e forse insolito. Per fortuna (o sfortuna) abbiamo mille sfaccettature, sfumature e riflessi, siamo versatili e flessibili. È un grande pregio, da apprezzare ed esaltare, l’8 marzo, il 9, il 10 … sempre! W le donne!

Autore: Bruno Rocca Rabajà - Az. Agr. Roccapesta - Flli Pellegrini 22 apr, 2021
Non siamo stanchi di assaggiare le bottiglie di Roccapesta, ma è davvero bello scambiare i vini con le migliori cantine d'Italia e sentire cosa loro pensano di noi! Abbiamo incontrato Luisa Rocca, che ha assaggiato il nostro Calestaia 2016 e ci ha permesso di degustare il suo meraviglioso Barbaresco, Rabajà 2016.
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Le schede tecniche. Informazioni preziose in pillole.
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Autore: Irene Corsi - Az. Agr. Roccapesta 03 feb, 2021
La Terrazza di Roccapesta è nata come il punto di incontro tra gli appassionati di vino e Roccapesta. L'abbiamo voluta accogliente, piacevole, raffinata e conviviale. Ora traferiamo questa atmosfera in modo digitale, in attesa di ritrovarci realmente vicini.
Autore: Irene Corsi - Az. Agr. Roccapesta 03 feb, 2021
“Roccapesta è quello che da ragazzo non ho saputo immaginare. È la realtà che supera il sogno. È un progetto in costante crescita. È la natura vissuta con metodo scientifico. È sangiovese, nella sua più morbida e femminile espressione. È la Maremma delle colorite imprecazioni. È la terra dove gli opposti si toccano. È il quadro che non avrei mai saputo dipingere. Roccapesta è un pezzo di vita, della mia, della tua e di tutto il nostro team .” (Alberto Tanzini)
Autore: Irene Corsi - Az. Agr. Roccapesta 03 feb, 2021
La feste degli innamorati si avvicina e mi chiedo: "quante volte il vino è stato complice dell'inizio di un amore?". Penso all'inimitabile e celebrata capacità del buon vino di smuovere i sentimenti, di avvicinare le distanze, di liberare i pensieri, di dare coraggio, di portare sincerità, di riattivare sensi ormai sopiti. Che anche quest'anno il vino possa contribuire a far nascere nuovi amori e risvegliarne altri un po' sopiti! Evviva gli innamorati e e viva il vino! (Introduzione di Alberto Tanzini)
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